ANNO 1177. 61 Ma nessuno col Baronio, non che con la propria autorità, saprà convincerne che la vittoria di Como abbia costretto Federico alla pace. — » Dopo tutte le cose esposte (inora, credo inutile il trattenermi d’ avvantaggio su questo argomento. Noterò soltanto, che il Darù medesimo, coll’ aiuto di quei documenti, che ha potuto avere alle mani, si adopera a dimostrare la verità del nostro racconto in ogni sua parte. Meglio assai avrebbe potuto riuscire nel suo assunto, se avesse conosciuto tutte le prove, che noi siamo stati in grado di addurre. So bene, che tra gli odierni scrittori, negò fede al racconto da noi autenticato, il veneziano Angelo Zon, assai culto e diligente nelle materie archeologiche della nostra patria : ma non saprei come adattarmi alla sua opinione sul solo appoggio degli Atti di Alessandro III, così detti contemporanei, ma che in realtà sono posteriori di due secoli, e della cronaca di Romualdo, della cui autenticità è molto da dubitarsi. Tanto più, che questi due soli pretesi contemporanei non negano già, ma tacciono soltanto, siccome ho detto e ridetto, la narrazione di quegli avvenimenti, cui testificano e scrittori contemporanei e monumenti di quel secolo, in Venezia, in Roma, in Siena, in Augusta, a Salvore, ed altrove. Tuttavolta il dotto Zon, dopo di avere negato assolutamente il fatto, e di avere ad uno ad uno toccato quindici argomenti, che si portano per sostenerlo ; senza per altro avere potuto abbatterli validamente ; così conchiude : « Do fine col conchiudere, che tanta si è 1’ eviden-» za del racconto contrario a quello dei veneziani, che se anche » fin dal 1229, nel luogo più augusto da quel Governo lo si avesse » rappresentato altrimenti dal vero ; ciò non proverebbe se non il » capriccio romanzesco e l’ignoranza di quei tempi, nei quali non-» ostante a qualunque confronto poterono prevalere circostanze » così assurde. » Chi desiderasse averne più estesa notizia, consulti le citate opere dei varii scrittori da me commemorati ; a cui aggiungerò