LE VITTORIE MONTENEGRINE 103 vari eserciti europei e di tutti gli ufficiali esteri che seguivano con vivo interesse le operazioni. Garibaldi, giudice competente, in un suo scritto concernente quella campagna, scriveva qualche tempo dopo : « Il Montenegro primeggia fra gli esecutori dei destini dei popoli, e non so se sia maggiore il genio guerriero del Principe o l’eroismo impa- reggiabile del suo popolo. * L’ esercito, del sud verso l’Albania, sotto gli ordini di Bozo Petrovich, aveva la fronte dal lato del lago di Scutari e di esso facevano parte il pii- nistro della guerra Elia Plamenac, il voivoda Maso Diurevilch e il prode Marko Miljano. Esso aveva la missione di coprire il Montenegro da quella parte e difendere la valle della Zeta e la strada di Rieka e di Cettigne: in caso di offensiva im- padronirsi di Sputz e di Podgoriza. Un dei più belli episodi di questa campagna fu 1’ olocausto di quaranta perianizi del voivoda Giurovich che, assaliti da più di mille turchi ed albanesi, resi- stettero sei ore per dar tempo al corpo principale di arrivare sul posto del combattimento. Quasi tutti gli eroi di quella lunga guerra sono ancora vivi: ognuno di loro ricorda una vittoria delle armi montenegrine. Maso Urbica, che fra i primi si slancia al- l’assalto di Niksich conquistata dopo tre anni di