am.io 1222. 223 disse — « hai premoslrado questi luoghi, perchè se ghc fondi » su questa città, tu 1’ hai edificata, tu 1’ hai conservata, tu 1’ hai » retta, 1u 1’ hai augumentata, li prego metti nel cuor di questo tuo • divoto populo, che non abbandoni le tue gratie et che non lasci • li tuoi tanti favori. » — Così digando con li occhi tutti pieni di lacrime, dismontato di renga, il procuralor messe fin al suo parlamento ; onde andata la parte, che proponeva il dose di andar abitar in Costantinopoli, si disse, che il giudizio fu strettissimo, ma che pur prevalesse 1’ opinione di non andar, et se trova scritto, che una sola balotta fu quella, che fece tanto giudizio, così et per l’una parte et per 1’ altra glie erano delle ragion potente et delle cosse, che egualmente movevano gli animi. — » Alla narrazione di questo progetto di trasferire a Costantinopoli la sede della repubblica ricusò il Tentori di prestare credenza, così discorrendovi sopra (1) : « Io però rifletto, che sebbene que-» sto fatto leggasi descritto nelle cronache Savina e Barbara ed in • qualche altra, e le aringhe corse in quell’ incontro registrate esi- • stano con più artificio che altrove, in una storia M S. composta » nel XVI secolo, con tullociò la supposta quistione, secondo il mio » giudizio non si trattò giammai, nè potè in verun modo trattarsi. • In falli basterebbe a screditar quest’ opinione il silenzio di Lo-» renzo de Monacis, di Marin Sanudo, di Andrea Dandolo e di » tanti e tanti altri, i quali non avrebbero taciuto, senza mancare » alla fede ed esattezza storica, un fatto di tanta rilevanza. Oltra-» dicliè, se i veneziani non rimasero padroni dell’ intiera città di » Costantinopoli, ove risiedeva 1’ imperatore latino, ma di una sola » parte; come può mai esser verisimile, che volessero trasportar » la sede del loro governo ad una città, di cui non eran padroni ? » So ben io, che in virtù di quest’efficace riflesso un qualche scrit- • lore risolvette di metter Candia in luogo di Costantinopoli, senza » però addurre alcun fondamento, anzi contro l’asserzione e (i) Sfor. ven. lib. I. cap. IX niim. IV.