2U LIBRO V, CAPO IV. » ci stava attendendo alla sua Camera in Palazzo Ducale ordinan- • do che si desse la Merenda ai Remiganti, che consisteva in Pane, • Formaggio e Vino. • Scrissi con tutta esattezza questa nottoria funzione perchè » io mi trovai testimonio oculare qual Ministro dell’Arsenale ed in » conseguenza avendo diritto di ritrovarmi in tutti i luoghi descritti, » così b potutto con piena esatezza rendere soddisfatto il mio bene-» vole leggitore al quale auguro perfetta salute di vero cuore. » Ma da questa lunga digressione si ritorni agli avvenimenti di Alessandro 111 in Venezia, che ne diedero 1’ occasione. CAPO IV. Venula di Federigo Barbarossa a Venezia. La pace intanto si maneggiò tosto per mezzo di Ottone rimandato, come dissi poco addietro, all’ imperatore suo padre. Lo accompagnarono dodici ambasciatori della repubblica, dei quali non sarà inopportuno il portare i nomi. Eglino erano : Orio Mastropicro, Angelo Boldù, Filippo Memo, Marco Cocco, Giovanni Giampolo, Luca Zanni, Jacopo da Canale, Angelo Dandolo, Filippo Partecipazio, Liviano Faliero, Orso Zorzi ed Jacopo Ziani figliuolo del doge. Questi ambasciatori non trovarono Federigo in Pavia : egli s’ era trasferito nella Puglia. Perciò a quella volta si diressero immediatamente. Federigo aveva fatto eleggere, poco prima, un altro antipapa, in sostituzione a Pasquale III, eli’ era morto : costui aveva assunto il nome di Calisto III. Ma di questa insistenza di Federigo nel guerreggiare contro il papa legittimo, avevano incominciato ad annoiarsi i principi e i baroni della Germania, sicché inclinavano di già a proposizioni di pace. L certamente ve gli avevano persuasi le due recenti sconfitte c per terra e per mare; a Lignano l’una presso a Como, nell Adriatico 1 altra presso a SàlVore. Ottone, presentatosi