32k LIBRO Vili, CAPO X. tanto più temeva il papa, che ne soffrissero danni gli affari de’ cristiani in quelle contrade d’ Oriente. Perciò inaneggiossi a luti’ uomo per ottenere, se non assolutamente la pace, una tregua almeno alle scambievoli ostilità, da cui poscia ne potesse derivare col tempo anche una intiera riconciliazione. Agenti di questi trattati per parte della repubblica nostra furono, in Iloma, Giovanni da Canale, Filippo Storlado e Marco Quirini ; in Genova, Giovanni Dolfino e Giovanni Badoero (1). E la tregua per qualche anno si ottenne. I veneziani, a memoria perenne del trionfo avuto sopra i genovesi nel conflitto navale di Tolemaide, mandarono alla loro patria un assai grosso tronco di colonna di porfido, sopra il quale si pubblicavano in Acri, da tempo immemorabile, le grida e i bandi ; e inoltre due colonne quadrate che stavano dinanzi all’ ingresso della chiesa di san Saba, adorne di molti geroglifici, che nel linguaggio sacro e simbolico dell’ Oriente suonano : A Dio supremo, sommo, massimo, e al Fiyliuol suo, esauditore, avvocato, salvatore; a cui sia onore e gloria (2). Le due colonne furono rizzate dinanzi alla porla del battisterio della basilica di san Marco, e sino al giorno d’ oggi vi esistono : il tronco di porfido fu collocato vicino all’ angolo sinistro della basilica stessa, per farlo servire all’ uso, a cui serviva anche in Acri, ed ebbe perciò il nome di pietra del bando ; e sino al dì d’oggi lo si vede in quel medesimo luogo. Vogliono alcuni, che contemporaneamente sia stato portato a Venezia anche il corpo di san Saba, il quale sino al presente conservasi nella chiesa di santo Antonino; e inoltre le quattro figure de’ guerrieri di porfido, che in tre pezzi ( di cui uno mancante in parte ) formano due gruppi, e stanno incastrati nell’angolo esteriore (i) Sanudo, presso il Muratori, ¡terital. nelli, nell’ annot. 3 della pag. 114 de' suoi Script., tom. XXII, pag. 56o. Annali urbani di Venezia) una lettera (*) Scrisse «rndiUmenle su queste io- ad Emmnnuele Antonio Cicogna, inse-lonne : soprannominate acritane, percioc- rita ilei J volume delle Iscrizioni vene-chè portate da Acri; Weber Davidde (non ziane di questo. Giovanni Daniele, come scrisse il Muti-