222 LIBRO YII, CAPO V. » far spalle alle galere da mercado che vanno per merce in diverse » parie del mondo ; disse che slando queste armate in cadaun dei • luoghi sopradetli per qualche spacio di tempo venivano ad esser, » anzi erano certamente come un presidio el una guardia de quelli. » latrando a parlar degli imperii de Costantinopoli, mostrò, che » 1’ amicitia dei francesi era debole et quella de greci infedele, » quella mal sicura et questa incerta et 1’ una et 1’ altra piena di » molti et gravissimi pericoli et che T andar a metlerse in quella » città era ben cosa fastosa, ma che portava più invidia che utilità, • et più pompa che forze, et poi paragonando queste inimicizie » con quelle, fece veder apertamente, queste esser piccole, quelle » grande, queste esser poche, quelle molte, queste inferme, quelle » gagliarde, et de queste aversene conseguito molte vittorie el de » quelle temersene molli danni, et metendo davanti gli occhi la na-» scente et già in gran parte alta potentia dei Turchi là sulla Na-» tolia, che si può dir un palino lontano da Costantinopoli; recordò, » che tulli sapevano, che erano venuti formidabili et de che met- • levano spavento a tutti li populi vicini ; onde esso reputava savio » consiglio il star lontano dalle ongie et dalla gola d’ una fiera sì » empia, poi quasi con le lacrime sugli occhi deplorò la perdita • di Dannala presa da saraceni et falli schiavi et ammazzati più • di 50,000 cristiani, il qual miserabilissimo caso disse esser se-« guilo 1’ anno passato doi giorni avanti san Marlin, soggiongendo • che se quei perfidi avevano altre volle avuto ardimento di venir • a predar 1’ Italia et erano penetrali fin dentro in queste lagune, » quanto più se n’ averia da temere se più se glie stesse vicini, » concludendo poi alla fin con molto prudenti parole, esagerò che » non era ben sano parer il partirsi da un luogo proprio et tulto » suo et felice et fortunatissimo, et sommamente favorito dalla gra- • ziosa man deH’Àltissimo Dio, per andar in un’ alieno et del qual • se ne ha pochissima parte, et sogionse, Dio il sa con che fortuna » et come se suol dir, con che buon pe’ se ghe anderà ; » — poi voltatosi alla immagine di M. Gesù Cristo, che era nel consiglio,