anno 1274. U05 il Ghirardacci per un eccessivo amore pairio di voler esaltare i suoi bolognesi oltre il dovere ed il merito. Ma il più importante della narrazione, 1’ esito c la riuscita della impresa, ciò che più di tutto la verità della storia esigeva si raccontasse, il Ghirardacci invece passò sotto silenzio : i nuovi danni cioè recali dai veneziani ai bolognesi nell’ anno dopo, allorché, come disse il Sanudo, fa fatta da’ nostri un annata molto grossa, comandata dal capitano Marco Gradenigo. Bensì ne racconta il fatto 1’ annalista sunnominato, il quale così prosegue : « AI Primaro per lutto il verno Marco » Dandolo sosleuulo da Andrea dei Zeno si tenne immoto agli al- • loggiamenti. Non così Marco Gradenigo e Jacopo Dandolo, che » all’ incominciar della primavera giunsero al campo con un fio-» rito rinforzo. Essi valicato il fiume assalirono i borghi intorno al » castello, li superarono ed arsero, e poiché il comune eccitato » dall’ imminente pericolo inviò colà coll’ esercito il podestà, si » commisero con valor tanto, che fatta strage de’ nostri tornarono » vincitori alle tende. Pocodopo Alberto da Canale intento ad as-» securare da sorprese il castello di sant’ Alberto si eresse da fon- * damenli una torre, mentre i bolognesi rinnovati i borghi li cin-» sero di spesse mura ed a Cervia, che minacciavano i veneziani, » inviò uno scelto presidio di balestrieri. » CAPO XXVI. Pace dei veneziani coi bolognesi. Sarebbero lungamente rimaste in questo stato le cose, o forse i veneziani con un più grosso esercito avrebbero posto fine alle controversie, se le trattative di pace non si fossero amichevolmente tentate dall’ una parte e dall’ altra. Ne fu promotore il pontefice Gregorio X ; il quale, temendo, che dalle private discordie non derivassero inciampi al passaggio de’crociati diretti verso l’Oriente,