212 LIBRO VII, CAPO IV. qualunque diritto avesse potuto appartenere a lui sopra quella ciltà c sopra le altre di quel regno ; (piante se ne trovavano in quel momento occupate da’veneziani. 11 patto fu accollo assai di buon grado: ì veneziani trasportarono il re Andrea sui loro vascelli in Palestina, ed egli vi si fermò guerreggiando intorno a due anni. Nè qui tocca allo storico di Venezia tener dietro ai fatti d’ arme di lui, che meglio appartengono alla storia delle crociale (1). Dirò bensì, che nel seguente anno 1217, fu conchiuso un trattato di pace tra il podestà Jacopo Tiepolo, rappresentante della repubblica di Venezia e il soldano di Egitto ; e che poco dopo i veneziani ruppero la guerra con Teodoro Lascari e nel 1219 fecero con esso un trattalo di tregua per cinque anni. L’ uno e 1’ altro di questi trattati esistono nel codice diplomatico Trevisaneo (2). Non tralascierò di commemorare due ragguardevoli malrimo-nii, che intorno a questa medesima età accrebbero lo splendore della ducale grandezza. Una nipote del defunto doge Enrico Dandolo fu data in isposa a Maganipan, banno di Servia ; e una figliuola del re Tancredi di Sicilia, clic aveva nome Costanza, venne a nozze col doge Pietro Ziani, che della prima sua moglie era rimasto vedovo. Le quali nozze, nel tempo stesso che accrescevano lustro alla dignità ducale, le procuravano altresì alleanza e proiezione straniera. Ed appunto questa fu in seguito la cagione, per cui il senato fece una legge, la quale proibiva ai dogi il matrimonio con figliuole di stranieri regnanti ; perchè, cioè, non trovassero personali appoggi ad ingrandimento dell’ autorità, che non era di loro, ma dello stato. Di altre convenzioni commerciali si hanno traceie nel sunnominato codice Trevisano, di cui sarebbe troppo lunga cosa l’esporre il catalogo. Anche coi milanesi ebbero affari in questo tempo i veneziani, per cooperare al loro tragitto in Palestina : ma nemmeno su ciò trovo interessante argomento di trattenermi. (i) Si vedano presso il Michaud, lib. Xll delta Star, delle Croc. (a) Pag. 238 e 23g.