anno 1192—1195. 81 pensare alla difesa; pensarono piuttosto alla fuga. Non poche per altro delle loro navi rimasero incendiate ed altre sconquassate : sul minor numero si salvarono. Ma i veneziani non si contentarono di averli fatti sloggiare di quella città ; si diedero anche ad inseguirli con alquanti dei loro legni, nel mentre che gli altri sbarcarono in Pola un grosso corpo di truppe a presidio della città. I polani dovettero portare la pena della poca resistenza, che avevano opposto alla flotta di Pisa; furono perciò smantellate le loro mura. Intanto i veneziani raggiungevano i nemici nelle acque della Morea, non lungi dalla città di Modone, e di bel nuovo attaccavanli. j\on fu clamoroso nè accanito il combattimento : perchè i pisani non si difesero più di quanto loro bastò per allestirsi alla partenza e fuggire, favoriti da propizio vento, die gli spingeva sempre più lungi dalle veneziane lagune. Tuttavolta anche qui perdettero alcune altre delle loro navi, che furono prese e incendiate, o affondate. Questa lezione bastò ai pisani perchè intendessero quanto malamente si fossero accinti a molestare Venezia nei suoi possedimenti. Avvenivano questi fatti nell’ anno 1195. CAPO XIII. Trattali coi veneziani per una nuova crociata in Terra santa. Ma fatti assai più gloriosi preparavansi per Venezia. Il papa Celestino III, bramoso di conservare 1’ armonia tra i popoli dell’Italia, acciocché di concerto si fossero prestali all’ assistenza dei crociati della Palestina, indusse le due rivali repubbliche a lasciare nell’ obblio qualunque scambievole risentimento ed a stringersi tra loro in amicizia pacifica. Conchiusa 1’ alleanza con quelli, intraprendevasi già la nuova spedizione ; e i principi dell’ Europa cercarono 1’ alleanza coi veneziani, che soli potevano colle loro navi, siccome avevano fatto altre volle, cooperare al buon esito dell’impresa, non che al trasporto di tanti armati di là del mare. Eglino perciò mandarono a Venezia i voi.. II. H