ANNO 1177. 15 Entrato il doge nel bucintoro con tutto il pomposo carteggio che ho descritto, allontanavasi dalla riva della piazzetta il naviglio. Lo seguitavano alcune galere e alcune grosse barche dorate, appartenenti allo stato e che dicevansi peatoni; su queste montavano, per privilegio particolare, il capo de’nicolotti, ossia del popolo che abitava a san Nicolò de’ mendicoli, e i capi dell’arte vetraria. E dietro a questi veniva una infinità di gondole e di multiformi barchette. Passava tutto il maestoso convoglio tramezzo a doppia schiera di legni ancorati, che ne festeggiava il passaggio con ripetute salve delle artiglierie. Ad aspettare 1’ arrivo del bucintoro trovavasi all’ isola di sant’ Elena il vescovo di Castello, e più tardi il patriarca, a cui con altro ceremoniale (1) facevano accoglienza i monaci di quell’isola; offerendogli, cioè, una colazione di castagne monde e di vino rosso. All’ arrivo del doge, mandava il vescovo, o patriarca, un cherico a complimentarlo e a presentargli su di una coppa d’argento alcune rose damaschine ; e il doge, presane una per sé, distribuiva le altre al suo corteggio. Quindi attaccavasi dietro al bucintoro, e n’ era da esso remur-chiato, un peatone, su cui stava il vescovo o patriarca, accompagnato da’suoi canonici. E nel mentre che proseguivasi il viaggio, il prelato benediceva una tinozza di acqua e l’anello che doveva essere gettato in mare : intanto i sacri ministri cantavano litanie ed altre preci divote. Uscito il bucintoro dal porto del Lido, versavasi nel mare l’acqua benedetta e tosto il doge vi lanciava l’anello d’oro, simbolo come s’è detto del maritaggio e della sovranità della repubblica sovra di esso. Negli ultimi anni, s’era introdotto l’uso, che i cantori della cappella di san Marco cantassero in quel frattempo un madrigale, di cui le parole sono del nobile Zaccaria Valaresso, e la musica del maestro della cappella, che, in quell’anno 1756, era Antonio Lotti. Del qual madrigale giova conservare memoria. (i) Vedi nella pag. 311 del Voi. I.