92 LIBRO V, CAPO XV. protezione della Chiesa ; cosicché 1’ assalire una città, che gli apparteneva, essere lo stesso che assalire la Chiesa. — Ma il doge 11011 curava siffatte contraddizioni. Rispondeva invece — non poter certamente i privilegii dei crociali concedere la libertà d'impadronirsi degli altrui possedimenti, nè di sottrarre le città dal dominio di chi le possede ; le crociate non dovere né potere proteggere 1’ ambizione dei principi e la ribellione dei popoli ; avere bensì il re di Ungheria preso la croce ormai da più anni, ma non avere perciò fatto sino allora un sol passo per adempiere il sacro giuramento ; non avere il papa siffatta autorità di vietare una guerra giusta e legittima, il cui unico scopo riducevasi al tener in freno sudditi ribelli, al ricuperare dalle mani dei pirati le proprietà rapite, all’impedire che molestassero in quel tratto di golfo le comunicazioni e il passaggio dei crociati stessi dalle spiagge italiche alle orientali. — E quanto al cardinale di Capua dichiarò Enrico Dandolo, — nou essere questo un affare di sua competenza ; essere lui padrone d’ imbarcarsi bensì cogli altri crociati, se così gli fosse piaciuto, ma non in qualità di pontificio legato, nell’ ufficio soltanto di predicatore. — INon piacque al cardinale siffatto linguaggio, di cui gli stessi francesi, i quali, come dice il Laugier (i), « erano poco avvezzi a » vedere 1’ autorità pontificale incontrare una simile resistenza nei » laici, » si maravigliarono. Perciò egli risolse di partire alla volta di Roma ad informare il papa di quanto era accaduto. CAPO XV. Il doge Enrico Dandolo si fa crociato. Intanto il Dandolo, per vincere ogni scrupolo e per dissipare qualsiasi timore, pensò di farsi anch’ egli compagno d’ armi nella (i) Lib VI della Stor. Venct.