amo 1217. 211 vieppiù lo sdegno del greco principe, e forse anche lo spinsero con più audacia a torgli la vita. Onorio allora scrisse per ultimo tentativo ad Andrea, re di Ungheria, genero dell’ assassinato imperatore, e ai veneziani, ch’erano già in qualche trattato coll’ ungherese principe per lo trasferimento delle sue truppe nella Palestina. Andrea anzi venne a Venezia per imbarcarsi ; e con questa occasione, ignorando tuttavia o non essendo per anco avvenuta la morte dell’ imperatore, concertò col doge Pietro Ziani circa il modo di attaccare il Lascari e per mare e per terra, onde costringerlo con una piena invasione de’ suoi domimi a restituire in libertà gl’ illustri prigionieri. Ma quando Teodoro si avvide, che 1’ affare diventava sempre più grave e più serio, e che la sua autorità si trovava esposta al-1’ estremo pericolo, ricorse ad una delle solile finzioni, a cui sono i greci espertissimi. Scrisse al papa, per annunziargli la morte del-1’ imperatore, e per assicurarlo, che se gli fosse piaciuto di ritirare ai crociali 1’ ordine di marciare sopra il suo regno, egli sarebbesi sottomesso all’ ubbidienza della chiesa Romana, ed avrebbe posto in libertà il cardinale. Credette Onorio alle promesse del greco principe : lo accettò al seno della cattolica unità, a cui coll’ animo non univasi ; vietò ai crociati raccolti in Venezia di muovere le armi contro di lui ; e fu pago di avere riscattato dalla servitù il suo legalo. Non furono d’ accordo, circa 1’ obbedienza da prestarsi al pontefice, i veneziani e il re di Ungheria ; perchè quelli insistevano di voler partire contro il Lascari, colla speranza di ricuperare Du-razzo, e il re Andrea, ligio alla volontà del papa, ricusava di concorrere a quell’ impresa. Ma poiché aneli’ egli aveva bisogno dei veneziani per essere trasferito colle sue soldatesche nella Palestina, perciò credette conveniente doverseli tenere amici. Egli adunque, per non disgustarli, e per potere in pari tempo conseguire il suo intento, risolse di metter fine all’ antica controversia tra i predecessori suoi e la repubblica circa il dominio di Zara, e di cederle