¿urto 1206. 159 conquistatori, i quali troppo lungo sarebbe voler qui enumerare. Non di meno ricorderò i primarii di loro e le isole da Ior possedute : le quali isole, come vedrassi, erano le inferiori, perchè non parve conveniente, che in un governo di repubblica democratica si concedessero a semplici privati altresì le maggiori. Lo esigeva inoltre la politica, onde evitare il pericolo, che i vassalli potessero alzare bandiera contro i loro signori. Per siffatta divisione di feudi, ebbero i Querini l’isola di Stampalia, i Sanudo quella di Nasso, e n’ ebbero anche stranieri ; perchè Adrianopoli fu di Teodoro Brana ; Negroponle, di Robano dalle Carceri ; altri ebbero altre terre, e persino un greco, Michele Comneno, ebbe la regione tra Durazzo e Lepanto. Erano vassalli ligi della repubblica ; pagavano tributo ; cantavano nelle chiese le lodi del doge ; prestavano giuramento di fedeltà ed assistenza in caso di guerra; ma si governavano da sè soli. Non potevano fare commercio se non coi veneziani : nelle terre poi non feudali, ogni veneziano era indipendente dalla giurisdizione dei feudalarii. CAPO VII. I cavalli di bronzo. Tra le molte buone operazioni del nuovo rettore o podestà della repubblica in Costantinopoli, quella non è da tacersi di avere spedito di colà ad abbellire la capitale dello stato parecchi oggetti di belle arti e parecchi di religione preziosissimi e ragguardevoli. E quanto ai primi, sarebbero da noverarsi molti pregiatissimi marmi, i quali adornano sino al dì d’ oggi la nostra basilica marciana, ed altre statue di greco lavoro bellissimo e inapprezzabili : ma di queste non parlerò. Mi basta fermarmi alcuni momenti a parlare piuttosto dei quattro famosi cavalli di bronzo dorato, che adornano la faccia della grandiosa basilica. Stavano essi in quella metropoli, collocati nell’ Ippodromo, ed