\NNO 1204. 131 C A 1> 0 XXV. Guasti recati dai crociati in Costantinopoli negli oggetti preziosi di belle arti. Da un frammento dello storico Niceta, conservatoci dal Fabri-cio, nella sua Biblioteca greca (1), ci viene data notizia altresì dei danni gravissimi, che recarono quegli arrabbiati militari alle più preziose opere di belle arti, che trovavansi esistere in quella famosa metropoli. Nè mi sembra alieno dal mio assunto il darne qui la narrazione fedelmente tradotta nel nostro idioma. « — Puossi affermare ; die’ egli dopo di avere esposto il saccheggio, che fecero i crociati nelle tombe degl’ imperatori, presso la basilica de’ santi Discepoli ; puossi affermare, non avere gli uomini di Occidente risparmiati nè i vivi nè i morti, e che cominciando da Dio e da’suoi servi, essi fecero sentire a tutti senza diversità alcuna gli effetti della loro empietà. Poco tempo dòpo essi rapirono nella grande chiesa quel velo stimato valere parecchie migliaia di mine d’ argento, e che era adornato d’ un ricco ricamo d’ oro. Siccome però tante ricchezze non bastavano a soddisfare 1’ insaziabile avidità di questi barbari, essi volsero gli occhi sulle statue di bronzo e le fusero. La Giunone di bronzo, che vedeasi nella piazza di Costantino, venne fatta in pezzi e fu mandata al luogo ove fondevansi i metalli, onde venisse cangiata in tanti statèri. 11 capo di quella statua potè a mala pena venire trascinato fino al gran palazzo da quattro paia di buoi. Dopo Giunone venne rovesciato dalla sua base un gruppo di Doride e Venere ; il pastore v' era effigiato nell’ istante, in cui offre alla Dea il pomo della discordia. Chi mai ha potuto mirare (i) Tom. VI, pag. 4o5 della prima ediz. e net voi. 1 dell’ Imptrium Orientale di Banduri. Avvertasi, che nelle vurie ediz. delle opere del Niceta non lo si trova.