UB110 Vili, C4PO XXX.
raccomandò ai veneziani la sorveglianza ? Con quale diritto, si potrebbe soggiungere, fuorché quello del volere e della forza, fu ad essi e ad altri ancora, in altro tempo, vietato il correre per lungo e per largo or 1’ Adriatico, ora il Mediterraneo, ora altri mari, a tenore degli avvenimenti e delle occorrenze dei popoli, che ne avevano siguoria ? ... L’ argomento adunque del Peruzzi, per provar troppo, non prova nulla.
    Alla domanda finalmente del dotto storico anconitano, su che diritto fosse stabilito il dominio dei veneziani sull’Adriatico, potreb-bonsi rispondere molle cose : una sola ne dirò, e 1’ ho delta anche altrove (1). Quel dominio, oltreché appoggiato al diritto che si erano guadagnato col valore delle armi, lo avevano ottenuto per solenne sentenza del papa Alessandro 111, allorché in ricompensa dei tanli servigi recati dai veneziani alla santa Sede coniro l’audace Federigo Barbarossa, confermò e rinnovò la loro sovranità sul mare: e la bolla di quel pontefice esiste sempre, ed é un documento solenne e decisivo le mille volle più che noi sia la semplice lettera di esortazione scritta dal papa Gregorio X al doge, acciocché fosse tolta quella gabella : lettera per altro, che il Peruzzi riputò, o piuttosto spacciò, come un documento per cui il papa abbia giudicate le ragioni degli anconitani non solo bastevo/i, ma buone.
     Sono poi tulle supposizioni gratuite e conghietture appoggiale non saprei a che, quelle che seguono, nel surriferito discorso del Peruzzi; che i veneziani cioè dovessero protestare d’esser pronti a concorrere colle loro forze navali a sussidio della Terra santa, ovvero dovessero'offerirsi alla custodia e alla difesa della costa orientale del-1’ Adriatico contr ogni aggressione degl’ infedeli; perché e a questo e a quell’ uffizio prestavansi già da gran tempo, senza bisogno nè di accettarlo per patio, onde poter continuare ad esigere le gabelle nel Golfo, nè di ottenere queste gabelle, come ricompensa della loro sorveglianza e per sostenerne le spese.
   (i) Quando narrai gli avvenimenti del papa Alessandro III in Venezia.