210 LIBBO rii, CAPO IV. C A P 0 IV. Affari di Oriente, a cui prendono parte i veneziani. Intorno al medesimo tempo, veniva a morte, dopo dieci anni di governo, l’imperatore Arrigo, e il trono di Costantinopoli passava in potere di un genero di lui, conte Pietro di Auxerre, della famiglia francese di Courtenay. Egli erasi recalo a Roma ed aveva ottenuto la corona imperiale dal papa Onorio III : e quando fu per trasferirsi a Costantinopoli, trattò coi veneziani, acciocché gli mandassero vascelli a Brindisi, ove intendeva d’imbarcarsi con tutto il suo seguito. Primaria condizione, che i veneziani pretesero in quel trattalo, fu, che, prima di entrare nell’ Arcipelago, l’imperatore gli aiutasse colle sue truppe a ricuperare la città di Durazzo, cui Teodoro Lascari, fratello e successore di Micaelicio, principe greco e nemico il più feroce che s’ avessero i Ialini in Romania, aveva lor tolto. Promise ed anche mantenne la sua promessa il novello imperatore ; ma gli coslò niente meno che la vita. Imperciocché, riuscito inutile ogni tentativo per espugnare Durazzo, fu costretta la flotta veneziana a ritirarsi, e Pietro incautamente preferì per andare a Costantinopoli la via di terra. Lo scaltro greco approfittò dell’occasione, e, dopo avere adescato colle lusinghe il pellegrinante imperatore, lo fece arrestare, lo chiuse in un carcere, ove, dopo due anni di patimenti, fini la vita troncatagli col veleno. Con lui fu arrestato anche il cardinale Giovanni Colonna, pontificio legato, ed altri ragguardevoli personaggi. Indarno il papa, tostochè gli fu data notizia della prigionia dell’ infelice principe, lento ogni mezzo per indurre il Lascari a restituirgli la libertà ; indarno Io minacciò di mandargli addosso un’ armata di crociati : le sue minaccie non valsero che ad irritare