anno 1273. 407 Concertate in Bologna le condizioni di questa pace, i bolognesi mandarono a Venezia, nell’ agosto del detto anno, il loro sindaco e procuratore frate Buonvicino di Leonardo, con altri due frati che caldamente avevano cooperato alla riconciliazione, fra Bonaventura d’Iseo e fra Pellegrino da Bologna, francescani, e con Guidetto da Ponte Carraro, podestà di Bologna e d’ Imola, e Jacopo Ama-rotti de Lanzavella, capitano del popolo ; i quali tutti, nel palazzo ducale, alla presenza del doge e delle primarie dignità dello stalo, conchiusero solennemente la pace con un lunghissimo istromento, di cui mi credo in dovere di pubblicare il testo originale, perciocché non 1’ ho mai trovalo da veruno dei nostri storici, non che pubblicato, neppure citato : anzi lo trovo mancare anche nel codice Trevisaneo. In frattanto ne dirò complessivamente il contenuto, a comodo di chi non si cura di conoscerne minutamente ogni parte nel suo originale latino. Nel giorno adunqtip 15 di agosto dell’ anno 1273, convennero i bolognesi coi veneziani in queste condizioni : — che i bolognesi atterrassero il castello eretto al Primaro, per non alzarne più poi; • richiamassero le loro genti ; serbassero aperti ai veneziani i porli del territorio ravennate, e un visdomino, ammesso in Ravenna, come per 1’ addietro, vi esercitasse 1’ incarico patteggiato : — che i veneziani viceversa concedessero ai bolognesi libero il passaggio nel Golfo e senza verun aggravio, pel grano che ritirassero ad uso loro annualmente sì dalla Marca di Ancona, come dalla Romagna, purché non eccedesse la quantità di ventimila corbe, e il suo valore in Venezia non oltrepassasse il prezzo di soldi trenta di piccoli per ogni staio, né dall’ un anno all’ altro rimanesse mai luogo a compensazione veruna a cagione di minore quantità introdotta nell'anno avanti : — che i bolognesi godessero del privilegio medesimo quanto al sale eslratto da Cervia sino a trenta migliaia di corbe al peso di Chioggia, e gli uffìziali veneziani potessero liberamente, o a Sant’ Alberto od anche sulle acque del fiume, riscontrare il carico delle barche, e costringerle all’ uopo all’ esalta osservanza