272 LIBRO TU, CAPO XTII. » correggersi dal comune l’operato in addietro da Saliuguerra mede-» simo, par che voglia indicarci qualche decadenza di suo potere. » La venuta fors’anche del marchese a Ferrara, mentr’era quegli » abscnte, puote esserne stata una cagione. » CAPO XVII. L'imperatore Federigo II in Venezia : sue discordie coi veneziani. Le discordie sempre crescenti tra la chiesa e l’impero, avevano posto in gravi angustie il pontefice, a cui bensì molte città aderivano, ma ne avevano anche molte, che gli erano avverse. Pareva, è vero, vicino un accomodomento ; e tanto più pareva esso vicino, perchè alla dieta del regno italico, radunata da Federigo in Ravenna, ov’ erano intervenuti gli ambasciatori delle città favorevoli a lui, il papa aveva mandato due cardinali per trattarvi di pace. Di ciò aveva anzi 1’¡stesso Fderigo fatte istanze al pontefice, affettando pubblicamente il desiderio della pace, da cui l’animo suo era ben alieno. Anche ¡1 pretesto, per cui radunò quella dieta, era tut-t’altro da ciò che appariva : imperciocché, non per trovar mezzi di soccorrere la terra santa, ma per stringere vieppiù ferma la lega de’suoi aderenti, avevaia radunata. E il fatto confermò la realtà delle sue intenzioni. Perchè, prima che arrivassero a Ravenna i due cardinali, chiesti da lui e dal pontefice inviati, egli parti per a Venezia, ove trattennesi alcuni giorni, donde recossi poscia ad Aquileja, ed ivi celebrò in quell’anno la pasqua. Era il 1232. Non sa il Muratori, se questo suo arrivo in Venezia « fosse di sua spontanea volontà, oppure che qualche • burrasca di mare l’obbligasse a cambiar cammino (1).» Checché ne fosse, certo è ch’egli venne in quell’anno appunto a Venezia; che vi fu magnificamente accolto ; che concesse alla repubblica e al (i) Muratori, Amial d’Ila), inn. 1232