326 LIBRO Vili, CAPO XI. popolo nella pietà e nelle opere virtuose, e la sera mendicavano di porta in porla un ristoro : la notte poi si coricavano disagiati a riposare nell’ atrio delle chiese sunnominate. Colla penitente lor vita s’ erano eglino guadagnata la stima e la benevolenza dei cittadini : anzi il governo stesso, ponendo mente al vantaggio, che per 1’ e-sempio di loro avrebbe potuto derivare ai costumi e agli ordini sociali, assegnò loro ad abitazione un’ antica e abbandonala abazia, già di monaci benedettini, intitolata a santa Maria, la quale stava Ira le due contrade di san Tommaso apostolo e di santo Stefano prete; quella volgarmente sino al giorno d’ oggi nominala di san Tonni, questa di san Stin. Crebbe intanto col progresso del tempo la venerazione verso gli umili frati e la frequenza del popolo a visitare la loro chiesa : crebbe altresì il numero di loro, perchè molti e veneziani e di altri luoghi, seguendone l’esempio, si diedero ad imitarne la vita : sicché la chiesa e il chiostro ne diventarono troppo angusti. Perciò nel 1254, Giovanni Badoero da san Giacomo di Luprio, ossia, come oggidì volgarmente si nomina, da san Giacomo dall’ Orio, donò ad essi una casa e un pezzo di terreno, che stavano nella parrocchia di san Tommaso, e confinavano da un lato colla loro chiesa e dal-1’ altro colla loro abitazione. E similmente, perchè la chiesa e il convento fossero dilatali, Daniele Foscari, procuratore del convento, comperò nel 1256 una casa con altro fondo adiacente; e nel 1255 il doge Ranieri Zeno vi aggiungeva un’ altra casa, comperala con denari del pubblico, ed undici anni dopo, un’altra comperata co’suoi; sicché potè sino dal 1250 darsi mano all’ erezione del tempio, e in seguilo si potè pensare all' ingrandimento del chiostro, e farvi rie-scire quell’ amplissimo convento e quella vasta chiesa, che tuttora cogli occhi nostri vediamo. Venne raccomandato il modello della chiesa a Nicolò da Pisa; quello stesso, che fu 1’ architetto di sant’ Antonio di Padova. Ne pose la prima pietra, nel dì 5 aprile 1250, il cardinale Ottaviano diacono del titolo di santa Maria in via lata, che allora in Venezia