283 tasca nell’ atto medesimo che ve lo domanda. Ora credete che tatto sia finito : il gentil giocoliere già saluta 1’ udienza : soltanto vuol distribuire alle dame alcuni mazzetti di fiori, avanzo d’ un ultimo giuoco. Incomincia dal gittarne sopra una loggia, -su due, su tre ; il cappello è vuoto, e lo mostra, ma crescono le domande, e con le domande si moltiplicano i fiori. Ne gitta a destra, ne scaglia a sinistra, in platea, per le logge ; poi non bastano i fiori. Dal cappello ch’ei rovescia ad ogn’ istante, escono fantocci, escono serpi di legno, escono ghirlande e corone, tanto che, senza esagerazione, se n’empierebbe un buon sacco. Pur egli non ha altro arnese attorno che un leggier abitino, e 1’ abitino è aperto ; nè mai discende dal palco, perchè altri sospetti che qualche benigno mezzano lo aiuti. Ora indovinatelo. Questo giuoco si vide ancora, ma con tal garbo, e con tal destrezza non fu mai eseguito, e ci lascia ancora maravigliati.