243 Ora il poeta nell’ atto secondo ci trasporta nel vestibolo d’ un tempio che mette alle tombe reali, le quali tombe reali, egli, con nuovo pensiero, dà in guardia a una buona famiglia, marito e moglie, becchino e becchina. Quivi è già composta la salma della povera Elvira, ed Armando, che doveva esser pur in via per 1’ Aragona, profittando d’un’antica relazione col becchino, o forse anche con la becchina, viene ora, non si sa come, a piangere sulla tomba della perduta sua sposa. E’ trovasi a un di presso nella medesima situazione di Enrico Vili nella Caterina Howard del Dumas ; se non che, dove Enrico viene ad imporre 1’ a-nello alla sua fidanzata, Armando, con poco rispetto a’ sepolcri, viene a rapirlo alla sua. Ma, oh consolazione! Elvira, come Caterina Howard, non è già morta; in essa è soltanto la vita sospesa : or si risente, si desta, e il fedele amatore la toglie dalla fossa, la riconduce di sopra a rimirare la luce, poi l’affida a’due becchini, intanto che, a trarla in salvo di là con maggior sicurezza, va in traccia d’alcuni amici, perch’ ei non è tranquillo che quell’ Alvaro nemico non la perseguiti anche di là della tomba. Questa è prudenza! Or tocca alla regi-