8 del Brolo, che loro apparteneva«, trasferì la Chiesa di S. Geminiano nel luogo donde.fu poscia da un fatale pensiero ai- nostri giorni abbattuta ; v’ innalzò tutto intorno un portico con colonne, a modo, come scrive un cronista citato dal Gallipciolli, di teatro, quasi il modello presago della futura magnificenza. Il medesimo Doge alzò le colonne della Piazzetta recate dall’Arcipelago dal Doge Domenico Michiel, onde ne venne alla famiglia il nome delle Colonne, e su quelle più tardi furono posti il Leone e S. Teodoro, i quali, con quella simbolica sapienza che caratterizza tutti i monumenti dei Veneziani, furono rivolti quello al mare, quasi a tacito ricordo, che ad esso solamente dovevano intendere la mira, questo alla terra, collo scudo nella destra e l’asta nella sinistra, mostrando così che in terra ben avevano ad esser presti a sostenere i loro diritti' e a difendersi, ma non a conquistare dominio. In quel torno fu compiuta la torre di S. Marco fino alla galleria delle campane, e presso a quella sorgeva il primo ospitale forse della cristianità, edificato intorno al mille da quel pio, che fu prima Doge, poi anacoreta, ed or si venera sugli altari. Allora o poco dopo comin-