277 zioni sopra un tema della Lucia di Lamermoor dal Piatti stesso composte. Nell’ uno e nell’ altro sperimento s’ ebbe campo d’ ammirare, anche più che non s’era fatto la prima sera, quel-l’impareggiabile soavità di canto, quelPamorosa espressione e la forza che quelle dita di sedici anni traggono dal prodigioso istrumento. Ei parla, canta con quelle corde, e le sue note ricercano le più riposte fibre del cuore. Tali sono gli adagi, e in ispecie quello della Lucia ; ch’ei ripetè non si può dire con qual effetto e quale felicità, sugli armonici ; talché ti pareva di udire la voce del più puro e intonato flautino, senza che quella suprema leggierezza della mano togliesse nulla nè all’ agilità del polso nè al vivace sentimento della cantilena : pareva la voce più ovvia e ordinaria, non che l’effetto d’un passo prolungato d’azzardo. Tutte le altre difficoltà, i passi di maggior bravura, le corde doppie, i quadrupli accordi, i salti di decima, le scale semitonate, il trillo più spiritoso, 1’ elettrica, quasi dissi, istantaneità dei colpi a punta d’ arco nelle ripetizioni finali, sì che 1’ occhio non giungeva a seguire l’imper-cettibil moto del polso ; tutte queste meraviglie furono con eguale franchezza e disinvol-