476 LIBRO IV, CAPO XXI. » e vi applaudiva con altissime grida a punizione e vergogna dei » suoi nemici. La grande esecuzione, o diremo piuttosto il simbo- • lico sacrificio, che si faceva alla presenza del doge e della signo-» ria, era sempre accompagnato da battimenti di mano, e da fischi • ed urli di scherno contro de’ vinti. Ciò fornito, il doge col suo » corteggio passava nella sala del Piovego, dov’ erano que’ ea-» stelletti sopra menzionati ; c qui egli ed i suoi consiglieri, dato di » piglio ad un bastone armato di punta di ferro, ed aiutato dal po-» polo, che da ogni parte correva, battevano a gran colpi quei » castelletti sino a tanto che non ne rimanesse più traccia ; per » significare la vendetta che si sarebbe fatta de’castellani feudatari, » se mai più avessero favorito le ingiuste pretese de’ patriarchi • aquileiesi contro la chiesa di Grado. » E continuò questa festa sino agli ultimi anni della repubblica. CAPO XXI. Guerre dei veneziani contro i greci, sotto il doge Filale Micheli II. Intanto le discordie e’le gelosie tra veneziani, greci e normanni mettevano sempre più forti radici. I greci, mal solfrendo quest’ alleanza dei veneziani col re normanno, diedersi a molestar quelli, e perciò a provocare sopra di sè lo sdegno delle due alleate nazioni. Intanto era morto il doge Domenico Morosini, ed eragli succeduto, siccome dissi, Vitale Micheli II. A questo pertanto toccò di mettersi in guerra contro l’imperatore Comneno, circa l'anno 1171. Incominciarono le ostilità per parte di Manuele. Meditò una infame rappresaglia sopra le persone dei mercatanti veneziani, che si trovavano stabiliti nell’ Oriente, sulle loro merci, sulle loro navi, ovunque fossero nei paesi soggetti a lui. Ma egli non fu cosi avveduto, da tenere secretissimo il suo progetto finché non Io avfesse condotto ad esecuzione. Perciò il governo veneziano, ai primi sospetti che n' ebbe, richiamò alle lagune tutti i suoi cittadini. Fu