2(M LIBRO II, CAPO XXIII. gno (1). Nè il papa, nè 1’ imperatore si lagnò di queste conquiste del doge. Non saprei su qual fondamento il Filiasi abbia appoggiato la sua asserzione (2), che il Badoario sia veramente andato a Roma, e che il papa 1’ abbia investilo di fallo, e gli abbia dato il possesso di <1nella contea, benché l’ avesse attualmente certo conte Marino. Nessuno degli storici veneti, che ho consultalo, ci fa conoscere ottenuta dal fratello del doge qiiesta investitura della contea di Comacchio ; tutti anzi s’ accordano a dire, che Marino tese un’ imboscata a Badoerio mentre vi si recava. Egualmente attesta anche il Ferro, storico di Comacchio (3), il quale, sulla testimonianza del Rossi, antico storico di Ravenna (U), ne ripete da più alla cagione 1’ origine. Egli dice inviato Badoero, non già dal doge, ma dal senato, per ottenere dal papa, che Comacchio, fosse restituita ai veneziani, perciocché stava anticamente nei loro confini (5). E proseguendo il suo racconto, dice : « Penetratosi da Marino queste risolulionr, » stando su dell’ avviso quando fosse per seguire il suo passaggio, » accertato del tempo e giorno, con molti armati se gli fece incontro » nella Pignetta, e dopo qualche combattimento restando il Bado-» vero ferito fu condotto a Comacchio, già fatto suo prigioniero. » E in seguito, lo stesso storico, sempre sulla testimonianza del Rossi, ci fa sapere tutte le più piccole circostanze e della prigionia e del giuramento e della morte del Badoerio, e della vendetta dei veneziani e della presa di Comacchio. Le quali circostanze io voglio diligentemente narrare colle parole stesse del Ferro, acciocché per esse vengano confutate le indiscrete osservazioni del Laugier sul (1) Vedasi ciò che ho narrato nel capo w trici suae reipublicae ducis, fralrem Ic-XXVII del lib. J, alla pag. io/j. w gatum ad pontificenl mittunt, qui affìr- (2) Tom. VI, pag. 122. » met et in urbe si abstrahenda sit ab (3) Gianfrancesco Ferro, Stona dì exarcbatu et Ravenna ti bus, qui ad pon-Gomacchio, lib. II, cap. XXI, pag. 237 « tifìcem spectabant, ad eos magis quam e seg. r> ad alium principerà perlinere, quod in (4) Rossi, Hist. Roveri., lib. V. n antiquorum venetorum fìnibus esset. r> (5) u Veneti Baduariura, Joannis Pa- Rossi, luog. cit.