350 UB. Ili, CAPO XVI. ma era troppo grave il disordine, e Grado non risorse mai più. Alla sua decadenza cooperarono, oltreché tutte queste sciagure, gli stessi suoi patriarchi, i quali non vi facevano più la loro residenza. Ho detto anche altrove, ch’eglino avevano un palazzo in Rialto, poco lungi dalla chiesa di san Giovanni Elemosinario : in esso, circa la fine del IX ovvero sull’ incominciare del X secolo, il patriarca Vitale Candiano aveva trasferito il primo stabilmente la sua dimora. Ed in Rialto aveva egli anche alcune chiese di sua giurisdizione : sino all’ età, di cui sto narrando, non ne aveva, per verità, che due sole; in seguito, sino all’anno 1451, n’ebbe altre nove. Le due sopraccennate, secondoché raccogliesi dall’ instancabile Gallicciolli (1), erano san Giuliano e san Silvestro: la prima sino dall’anno 850; la seconda circa il 989. Le posteriori furono san Matteo di Rialto, san Clemente, san Jacopo dall’ Orio, san Martino, santa Maria de Cruciarìis, detta posteriormente dei gesuiti, sant’Apol-linare, san Barlolommeo, san Canciano c santa Croce di Luprio. Sembra per altro, che su queste chiese il patriarca di Grado non esercitasse in uguale maniera la sua giurisdizione. Aggiungerò col Gallicciolli sunnominato, che nell’anno 1041 litigavano il patriarca Orso Orseolo, e Domenico Gradenigo vescovo di Olivolo per la giurisdizione sulla chiesa de’santi Gcrvasio e Protasio, e che fu convenuto tra loro di goderla promiscua. Noterò finalmente, che i patriarchi di Grado possedevano una chiesa anche in Costantinopoli ; nè saprei dirne la derivazione : era questa intitolata a s.' Archidano. Appartiene a questi tempi, e precisamente all’anno 1053 (non già al 1043, come scrisse il Muratori), la fondazione del celebre monastero di Lio, intitolalo a san Nicolò vescovo di Mira : n’ ebbero il merito, di unanime consenso, i tre Domenici, che possedevano le primarie dignità della Venezia: Domenico Marengo, patriarca di Grado, Domenico Contarmi, vescovo di Olivolo, Domenico Contarmi doge. Dal nome di questo santo, a cagione del contiguo monastero, (i) Memor l'enet, lil> II, cap. XI.