208 LIBRO li, CAPO XLIV. Della inesattezza, con clic il Laugier c il Daru narrarono questo fatto, particolarmente circa la persona (lei doge e del suo figliuolo, non occorre eh’ io parli. Basta fare il confronto con ciò, che io narrai, sull’ appoggio delle cronache e degli storici, per vederne la discrepanza. Fa maraviglia, clic le medesime inesattezze si Iro-vino anche nel Fiore di Venezia (1), scritto da Ermolao Paoletti, il quale preferì dì copiare il Daru, piultostochò consultare le antiche cronache nostre, e particolarmente la Sagornina, ove il fallo è narralo colle circostanze da me esposte. Anche il patriarca di Grado, eh’ era il figliuolo di Pietro Can-diano, e eh' era sialo costretto a farsi cherico allorché il doge volle sposare la toscana Waldrada, fu perseguitato dai nemici dei Candiani, e fu costretto a fuggire per salvarsi la vita. E fuggì in Sassonia presso l’imperatore Ottone II ad implorare proiezione e vendetta. Waldrada similmente, ricoverata in Pavia (2), presso l’im-peratrice Adelaide, vedova di Ottone 1 e madre di Ollonc II. dimandava soddisfazione c assistenza. CAPO XLIV. Saggia condotta del doge Pietro Orseo/o I, il santo. In questo stalo di cose fu eletto doge dall’ assemblea generale, radunata nella chiesa cattedrale di san Pietro in Olivolo, il sunnominato Pietro Orseolo, uomo santissimo e tulio dedito sino dalla sua prima puerizia agli eseroizii di pietà e di religione. Quanto più potè resistette a questa elezione : ma finalmente fu costretto a cedere alle istanze del popolo, che in lui presagiva un benefico ristoratore della sconcertala repubblica. La sua elezione avvenne il dì 12 agosto 976. Egli aveva in moglie la pia matrona Felicia, (i) Tom. 11, pag. ij. cliiuso il contratto di quietanza, come si (i) sbagliò il Laugier, dicendola rico- vedrà poco appresso, tra un avvocato di lei venta in Piacenza. In Piacenza fu con- e un ambasciatore della repubblica.