anno 829—830. 175 CAPO XIII. L’ espulso doge Obelerio rientra nelle lagune : guerra civile. Ma di angustie più gravi fu apportatrice alla repubblica l’inaspettata comparsa dell’ esiliato doge Obelerio. Egli, dopo essere stato scacciato dalle veneziane lagune, come s’ è già veduto (1), erasi recato ad implorare 1’ assistenza dei francesi. Col favore di questi, e stimolato forse dal minor fratello Valentino, eh’ era rimasto in patria, e sostenuto certamente dai suoi partigiani di Mala-mocco, potè trovare il modo di avvicinarsi alle nostre isole, occupando la città di Vigilia e fissando in essa la sua dimora, colla speranza di potere poscia di là trasferirsi all’ antica sua r^idenza e ricuperare altresì il perduto suo grado. La quale città, nominata nelle nostre cronache anche Abbondia ed Utilia, sorgeva poco lungi dal territorio di sant’ Uario, rimpetto a Malamocco, sulla estremità del continente, tra Chioggia e Fusina. Ivi, appena n’ ebbe notizia, si portò il doge Giovanni Partecipazio con grossa schiera di armati, per impedire i progressi dell’impresa azzardata. Ma nel mentre stringeva di assedio quella città, i militari di Malamocco, che formavano grosso numero nelle truppe ducali, invece di combattere a difesa del doge, si diedero al partito del loro concittadino e disertarono dall’ armata. Irritato per questa de-serzione, Giovanni retrocesse ben tosto, e, precipitando su Malamocco, se ne vendicò, ponendone a fiamma la città. Quindi ritornato ad assalire Vigilia, se ne impadronì ; fece prigioniero Obelerio ; gli fece tagliare sull’ istante la testa, e la fece portare sul lido di Malamocco, ad esempio e terrore dei ribelli, e per più giorni la fece tenere colà esposta alla pubblica veduta. E di là poscia fu trasferita ad essere similmente oggetto di orrore, nel territorio francese, sul (i) Nella pag. 124.