anno 697—717. 77 ci fa sapere che i patti con quel re longobardo erano i medesimi, die sussistevano anche ai giorni di chi la scrisse. L’ anno preciso, in cui questi patti si stabilivano tra il doge Paoluccio e il re Liutprando, non lo si sa ; pare, secondo 1’ opinione del Muratori (1), che ciò avvenisse intorno l’anno 715. Nè già furono questi soltanto i vantaggi, che derivarono ai veneziani dal provvido e pacifico governo del loro doge Anafeslo. Egli si diede inoltre ogni premura per frenare e comporre le discordie, che tenevano a vicenda nemici gli abitanti di Equilio e quelli di Eraclea ; sicché alle esterne alleanze corrispondesse in bella armonia l’interiore concordia delle repubblicane popolazioni. Venti anni durò la paterna reggenza del doge Anafeslo, il quale nel 717, pianto c desiderato da tulti, chiuse in pace i suoi giorni, lasciando Venezia, per le sue operose sollecitudini, tranquilla, florida, rispettabile. CAPO XIV. Al doge Paoluccio Anafesto succede il doge Marcello Tcgalliano. Tanti vantaggi apportati alla repubblica dal benemerito Paoluccio confermarono sempre più le veneziane popolazioni nella persuasione della necessità di un solo capo, che le reggesse : perciò si raccolsero di bel nuovo in Eraclea, per dare un successore nella dignità al defunto, che avevano testé perduto. I voti unanimi si unirono a scegliere Marcello ; forse quel desso, clic aveva sì proficuamente servito alla patria e al suo doge nella carica di maestro delle milizie. Gli storici e i cronisti degli antichi tempi non ce ne assicurano ; molti dei moderni n’ ebbero l’opinione : io la seguo, perché mi sembra assai ragionevole. Bensì ci fanno sapere, eh’ egli era di cognome Tegalliano, c che, siccome il suo predecessore, era cittadino eracleese. Non pare per altro, eh’ egli abbia pareggiato presso (*) Anna).