itCO LIBRO IV, C\PO XIV. dovuto accortele colà con tulle le sue forze per difendersi e per salvarsi, c che perei») non potesse recare a loro veruna assistenza. Quindi lasciarono in libertà la colomba, la quale proseguì tosto il suo volo ed entrò in città. Lo stratagemma riuscì felicissimo alla causa dei crociali : perchè, scoraggiala da quel falso annunzio la guarnigione di Tiro, incominciò a parlare di capitolazione e di resa, e pochi giorni dopo vi si determinò. Le truppe di Gerusalemme e di Venezia vi entrarono Irionfalrici e v’ inalberarono le loro bandiere sulle torri primarie ; quindi fu eseguito il trattato convenuto tra le due nazioni ; il terzo della città fu ceduto al doge, che ne prese possesso. Immediatamente dappoi fu assediala Ascalona, che fece assai debole resistenza : ed anche in essa i veneziani ebbero la porzione già convenuta. Non debbo tacere una circostanza, eli’ è portala dagli storici circa le paghe dei soldati veneziani. Dicono, che il doge, in mancanza di denaro, fece stampare monete di cuoio, con cui pagò l’armata , finché stette lontano dalle patrie lagune; le quali monete al ritorno furono compensate con altrettante di effettivo valore. Narrano alcuni storici, ina non già dei nostri, che dopo queste conquiste sia stato offerto al doge Micheli il trono di Gerusalemme, e eh’ egli non abbia voluto accettarlo; e pensano che a ciò s’inducessero i baroni ed i grandi di quel regno, credendo gli uni, che il re Baldovino II fosse morto nella sua schiavitù, e non volendo gli altri riconoscere per re se non chi vedevano sul campo di battaglia alla testa di un esercito. Checché ne fosse, il doge dopo la vittoria ritornò colla sua flotta a Venezia.