28G LIBRO II, CAPO XXVII. ebbero per altro un riguardo alla sua imbecillità, e, risparmiandogli la vita, lo costrinsero a farsi monaco. Ma in capo a sei giorni, non saprei dire se di spavento o di rabbia, mori, e fu sepolto in santo Zaccaria. Un figliuolo, che aveva nome Maurizio, ed era in Costantinopoli presso quella corte, fregiato di titoli e di onori, alla notizia della morte del padre ritornò a Venezia, e per suffragio dell’anima di lui donò la monastero di san Michele di Brondolo moltissime possessioni nei villaggi di Fogolana, di Conche e di Cesso di canna. Leggesi in una nota del codice ambrosiano alla cronaca del Dando- lo (1), ch’egli si facesse anche monaco in quel monastero; ma il Via-nelli, nella storia di Chioggia (2), nega e dimostra falsa questa notizia. Cosi fini il ducale governo di Pietro Memo, il quale aveva duralo intorno a tredici anni: avvenne la sua morte nell’anno 991. L’ unica azione commendevole, che a lui si atrribuisce, fu il dono dell’isola di san Giorgio al suo genero Giovanni Morosini, perchè vi piantasse un monastero di benedettini. Eravi una cappella intitolata al martire san Giorgio, e il resto dell’ isola era tutta sparsa di ulivi e di cipressi: oggidì la si nomina san Giorgio maggiore. Il dotto scrittore delle Tavole cronologiche della storia veneta, che sono nell' opera municipale di Venezia e le sue lagune (5), sa-•pientemente osservò, che il documento di questa donazione è assai prezioso ■ per la memoria delle famiglie venete che vi sono sotlo-» scritte. » Esso è nel codice Trevisano (il). C A P 0 XLVIII. Prosperamento della Venezia sotto il doge Pietro Orseolo II. Dopo sì gravi sconvolgimenti era necessario alla testa della repubblica un principe, il cui carattere pacifico e magnanimo valesse a ridonarle la perduta quiete. Non potevasi trovare un uomo (1) Presso il Muratori, Her. Ital. (3) Voi. I, pari. Il, pag. 6, dell’Ap-Script. tom. XII. pend. I. (2) Slor. dei vesr. di Cliioggia, tom. I. (4) Nella pag. 79.