VM>0 I IO». 435 Questa pala, ricchissima di gemme, fu nuovamente fatta V anno mille cento più cinque, nel qual tempo era doge in Venezia Ordelafo Faliero ; e rinnovata l’ anno mille ducento nove, ducante Pietro Ziani, essendo procuratore dell’ opera Angelo Faliero. » Queste nostre osservazioni ci conducono a stabilire, che * bensì possa avere 1’ Orseolo, come dice il Sagomino, commesso » in Oriente il lavoro dell’ aurea tavola ; ma, sia per una o per al- • tra cagione, non possa avere avuto effetto la disposizione del » santo Doge ; tanto più se si pensi non avere egli ducato che soli » due anni, nel qual tempo non potè vedere il compimento della » Basilica da lui ordinata, a decoro della quale dovea prestarsi la » tavola d’ oro. » Ed è inoltre probabile assai, come pensa lo stesso erudito scrittore, di cui ho portato fin qui le parole ; è assai probabile, io diceva, che il doge Ordelafo Falier, colla occasione che le armi dei veneziani si portarono in Oriente per le crociate, abbia voluto far venire di colà una tavola d’ oro, senza ricordarsi nemmeno, che cento e ventinove anni addietro ne aveva ordinato un’ altra il doge Orseolo. Ned era singolare o strana una ordinazione di tal fatta, » mentr’ era in uso di quel tempo, continua a dire lo Zanotto, or-» nare di preziose tavole od ancone le are maggiori de’ templi, » come testimonia tra noi quella in parte esistente ancora nella cat-» tedrale di Tornello. » Un altro argomento a testificare 1' origine di questa preziosa tavola dal doge Ordelafo Falier ci viene somministrato dalla tavola stessa, nel comparto adiacente a quello, che offre la prima delle surriferite iscrizioni. Ivi è collocala 1’ effige del doge Falier, corredata dall’indicazione in latino : Or. Faletrvs Di gra Vekecis dvx. E questa fuor di dubbio vi fu collocata nel 1209, quando il doge Ziani ordinò il ristauro di quel preziosissimo monumento.