anno 803—805. Ili Nel tumultuoso sconvolgimento delle cose in Venezia cercò scampo anche 1 eletto vescovo di Olivolo, eh’ era stalo il pretesto delle violenze dei dogi contro il venerando patriarca Giovanni : ma, in vece di ritirarsi presso i greci suoi nazionali, andò aneli’ egli in Francia, e gettossi tra le braccia di Fortunato. La finissima politica di costui non esitò ad accogliere con lieto viso il fuggitivo Cristo-foro: lo raccomandò anzi all’imperatore, e gli conferì l’ episcopale consecrazione. C A P 0 XXXI. Discordie e guerre civili nelle isole, sotto il doge Obelerio. Ma i veneziani non vollero acconsentire al ritorno di essi. « O • fosse, dice il Filiasi (1), la maggior parte della nazione male im-» pressa del patriarca per le intime relazioni, eh’ egli aveva coi » franchi, e perciò Obelerio non si attentasse di parlare iu favore » di esso nè del vescovo ; o fosse che Obelerio fatto doge non più » si curasse de’ vecchi amici, fatto si è che non solo richiamare » non volle Fortunato, ma lasciò che si eleggesse anche un altro » vescovo in Olivolo, che fu un certo Giovanni diacono. » Ciò avveniva circa 1’ anno 80k, o forse nell’ 80a. Intanto i due profughi maneggiavano al di fuori per i proprii interessi, e il doge Obelerio coi suoi fautori operava al di dentro per l’esterminio de’ suoi rivali eraclecsi ; e questo e quelli a danno sempre della nazionale tranquillità. Le mire di quelli tendevano a vendicare il proprio esilio coll’ assoggettare la Venezia al dominio de’ franchi ; le intenzioni di Obelerio miravano a distruggere la città di Eraclea, per punire 1’ ambizione e 1’ astio de’ suoi nobili, i quali mal vedevano in Malamocco la sede ducale, posseduta un tempo da loro e stabilita adesso in questa città. (i) Cap. XX1I1 delr Epoca Vili. pag. 3o4 del toni. V7. i