378 LIBRO HI, CAPO XXI. CAPO XXI. Il doge Sclvu è deposto: lo sussegue Vitale Falier. La notizia (li sì grande sciagura, tostochè giunse in Rialto, sparse da per tulto la tristezza e la rabbia, che ben presto si comunicarono alle altre isole veneziane. Ognuno mormorava contro la condotta del doge, benché non si sappia, s’egli si trovasse presente all’ultimo fatto teste descritto : pare anzi il contrario. 11 popolo sempre più esagerava la colpevole trascuratezza di lui negli affari di questa guerra; c ciò vieppiù quando si seppe la crudeltà dell’infame Guiscardo contro i prigionieri veneziani, che vi aveva fatti. Gli storici greci cene fanno la descrizione veramente orribile(1).Narrano, che costui fece a molti cavare gli occhi, ad altri troncare le mani o il naso od un piede. A quelli, che avevano avuto la sorte di andar salvi dal primo impeto della sua collera, fece dire, che se avessero voluto pigliare servizio nelle sue truppe, se ne sarebbero trovati contenti; ma eglino fieramente gli fecero rispondere, che si sarebbero piuttosto lasciali tagliare a pezzi. « Sappi, o duca Roberto (2), » che quandanche vedessimo le nostre mogli e i nostri figliuoli » trucidarsi per ordine tuo sotto gli occhi nostri medesimi, non ci » staccheremmo dall’antica nostra alleanza coi greci. » La quale magnanimità dei veneziani indusse poscia il Guiscardo ad acconsentire, che a prezzo d’ oro avessero potuto riacquistare la libertà. Maggiore per queste nuove notizie diventò lo sdegno dei nostri contro il doge Selvo : e lo fomentavano altresì i nemici di lui, eh’ erano molti tra la nobiltà, e particolarmente la famiglia di Vitale Faliero, il quale ardeva di brama di salire al supremo onore della repubblica. E vi salì ben presto. Perchè il popolo, inferocito (i) Lupo protospata ed Anna Co- (2) Sono precise parole della slorica con-mnena. temporanea Anna Comnena.