anno 1016 — 1018. 337 Laugier, sull’appoggio di scrittori non antichi, lo disse Mulcimiro, c il Darò, per ingrandirne lo sbaglio, lo disse cognato di Ottone (1) ; s’era dato a devastare il territorio dalmato ed crasi impadronito di Zara. Le città della Dalmazia implorarono tosto 1’ aiuto del doge Ottone ; ed egli non tardò ad uscire dalle veneziane lagune con una flotta poderosa ed a disporsi all’ assedio. Ma i croati, appena ebbero notizia del suo prossimo arrivo, gli andarono incontro e lo sfidarono a battaglia : egli li affrontò coraggioso, li battè, li disperse : la terra e il mare rimasero seminali di cadaveri e di feriti : poclu superstiti poterono cercarsi asilo nelle gole e tra le rupi di quelle loro montagne. Dice il Filiasi (2), non sapersi ove l’Orseolo gli abbia sconfitti, se in terra o in mare : io sono d’avviso c in terra e in mare, perchè nell’uno e nell’altro modo era d’uopo assalire quelle orde di barbari, i quali c sulla terra e sul mare solevano guerreggiare. Questo trionfo, che fu di sommo onore ad Ottone, accrebbe luminosamente la gloria degli Orseoli, e ne rese la famiglia sempre più benemerita del pubblico bene. Egli volle visitare in questa occasione tutte le città della Dalmazia, e rinnovare in ciascuna i palli e le convenzioni di già vent’anni addietro, stabilite allorché il glorioso suo genitore le aveva accolte sotto il dominio della veneziana repubblica. Nel codice Trevisano (3) se ne trovano ad uno ad uno i documenti per le ciltà ed isole di Arbe, di Ossero, di Veglia e di Zara : hanno tulli la dala dell’ anno 1018 ; alcuni del mese di luglio, altri dell' agosto. Nel giro di questi luoghi impiegò varii mesi ; e compiuto che l’ebbe, ritornò colmo di gloria a Rialto. (i) lidia sorella di Ottone, come alla gnato di Ottone, se lo era il nipote ili sua volta ho narrato, era sposa di Stefano Ini ? tìglio di Suringa e nipote di Murcimiro : (a) Tom. VI, pag. 3o4-come poteva dunque Murcimiro essere co- (3) Dalla pag 99 alla io3. VOL. I.