addo 888—906. 217 Di pari passo colla erezione delle case, per accogliere la crescente moltitudine dei cittadini, procedevano altri lavori, grandiosi ed importantissimi per la pubblica sicurezza, ai quali aveva latto por mano il vigilante doge Tribuno. Egli infatti aveva fatto fabbricare una lunga muraglia e ben grossa, la quale incominciava dalla estremità di Olivolo, dov’ è presentemente 1' imboccatura del rio di Castello, e scorreva per tutta la lunghezza dell’ odierna riva degli schiavoni, del molo, ed arrivava sino alla chiesa di santa Maria Zupanico, detta oggidì santa Maria Zobenigo. Qui una forte catena di ferro fece attaccare, la quale attraversava il canale grande ed al di là assicuravasi alla chiesa di san Gregorio, e con essa era impedito 1’ ingresso a qualunque barca. In Olivolo, dove incominciava questa muraglia, il doge Pietro fece costruire un castello, che servisse di difesa al porlo di san ¡Nicolò, ossia del Lido, il quale gli sla di riinpetto. Per questo anche il luogo in seguito cangiò nome, e fu dello Castello invece che Olivolo, e il sestiere stesso tic fu così intitolato, e più tardi anche il vescovo assunse la denominazione di castellano in luogo di olivolese : ciò per allro solamente nell’ anno 1091. Di alit i forti o torri, creili probabilmente circa questo medesimo tempo nella cillà di Riallo, ci lasciarono confuse memorie le antiche cronache : e di alcuni rimase anche sino ai nostri giorni un qualche avanzo. Tali sono il Castello dineghino, nell’ odierna Calle larga presso san Marco ; il Castel forte, il cui luogo è presso alla chiesa di san Hocco ; e vuoisi, che un altro ne fosse tra santa Fosca e la Maddalena. Munito di torri si sa, eh’ era eziandio il palazzo ducale. E tutti questi grandiosi lavori intraprendeva il doge, per difendere in ¡specialità la sua capitale da qualsifosse aggressione dei barbari invasori delle vicine terre italiane. Tanto era lo spavento, che accompagnava la fama della loro ferocità ! Ed accresce vasi lo spavento per le notizie esagerate, che di loro si spargevano e che ne rendevano più formidabile la fierezza. Imperciocché, tra le altre cose, vociferavasi di costoro, che solessero, per medicina vol. i. 28