anno 932. 231 ilei re Ugo,l’alleanza stabilita coi veneziani da quelli di Giuslinopoli : n’ ebbe anzi invidia, e se ne adirò sì fattamente, che ne volle vendetta. E la vendetta fu da vero barbaro qual’ egli era. Confiscò i terreni, che possedevano i dogi, sino da rimotissimo tempo, nel territorio istriano ; i quali terreni trovansi qualificati negli antichi documenti siccome beni addetti al ducale palazzo, forse perchè i dogi o la nazione gli avevano acquistati col proprio denaro per mantenere il decoro del capo della repubblica ; ovvero perchè gl’ imperatori di Oriente, quando erano padroni dell’ Istria, gli avevano donali ai veneziani in contraccambio dei tanti soccorsi, che la repubblica aveva loro prestato in occasione di guerre contro stranieri nemici. Confiscò, Wintkero anche i beni, che là possedevano il patriarca di Grado, i vescovi di Olivolo e di Torcello, le chiese delle varie isole, i particolari stessi, che coi proprii denari se gli erano comperati. Proibì inoltre agl’ istriani severissimamente, non che qual si fosse traffico coi veneziani, il pagamento persino dei debiti che avevano verso di loro. Predò molte navi veneziane, ne rubò i carichi, ne trucidò i marinari. Una violazione così solenne del diritto delle genti provocava per verità tutto lo sdegno e la vendetta dei veneziani : ma il saggio doge Pietro Candiano II, ponendo mente ai danni gravissimi, che una guerra, tuttoché di felice riuscita, suol cagionare alle popolazioni e nelle proprietà e nel commercio, trovò maniera di vendicare 1’ insulto senza spargimento di sangue e con vantaggi sommi della repubblica c con profonda umiliazione del feroce offensore. Proibì a chiunque dei veneziani di approdare e di metter piede nell’ Istria, e comandò diligentissima vigilanza per impedire, che qualunque istriano penetrasse nelle lagune : in una parola, interdisse ogni traffico, ogni comunicazione tra l’Istria e le isole veneziane. Questa determinazione riuscì efficacissima c più presto che non si fosse sperato. Venuti meno nell’ Istria moltissimi articoli dei più necessari!, che non si potevano tranre d’ altra fonte fuorché dal commercio coi veneziani, il prepotente marchese si vide costretto ad