ANNO 1052. 349 CAPO XV. E abolito l’liso di dare al doge un collega : gli si decretano due consiglieri. Domenico Flabianico, clic aveva ottenuto il principato colle insidie di una feroce congiura, sembrava dovess’essere l'uomo più ambizioso d’ogni altro e più d’ogni altro tendente al dispotismo assoluto. E in verità, lo stalo della repubblica veneziana aveva fatto fin qui rapidissimi passi dalla popolare democrazia verso la severa aristocrazia, ed eravi giusto motivo di credere, clic un ambizioso e sedizioso di tal fatta la dovesse condurre al suo colmo. Eppure egli fu tutt’altro: egli pose invece un argine insuperabile all’ ambizione altrui, egli suggerì la più saggia, la più salutevole risoluzione, per cui venisse assicurata al popolo la sua primitiva sovranità. Volle abolita con una legge solenne l’associazione di qualsiasi collega al dogato. Radunò pertanto la generale assemblea, e le fece considerare, che da tre secoli circa i dogi, per la maggior parte, avevano tentato di perpetuare questa dignità nella loro famiglia. V’erano stali tredici eredi del supremo potere, nominati prima della morte del loro padre o del loro fratello : cinque persino ve n’ erano stati in una medesima casa. Vieppiù mostruoso allentalo contro la sovranità del popolo era stato, che alcuni di quelli vi fossero stati associati per mero dispotismo del doge e senza neppure consultare il popolo. Quasi nessuno di questi aveva corrisposto alle speranze, che se 11’erano concepute; sicché il popolo, valendosi della sua naturale autorità, era stato costretto a punirne quattro coll’esilio o colla morte. E qui schierava dinanzi all’assemblea il catalogo di siffatti dogi creditarii della paterna o della fraterna dignità. Giovanni Gal-bajo associato a suo padre Maurizio; Maurizio Galbajo associato a Giovanni suo padre; Béato e Valentino associati al loro fratello