I vnno 737. 8«) C A 1» 0 XIX. I veneziani aboliscono il governo per dogi, e vogliono essere governati da maestri de’ militi. Assassinato così ingiustamente, nell’anno 737, il benemerito doge Orso, il sangue di lui fu semenza di novelli disastri nelle tumultuanti popolazioni. Si pensò allora sulla necessità di riformare la condizione dello stato. Radunatasi l’assemblea generale, siccome il solito, in Eraclea, si deliberò per primo Pabolimcnto della ducale dignità ; la quale, essendo in un solo ed a vita, impediva a moltissimi il conseguimento della vagheggiata potestà di comandare, e costringevali a soffocare nell’ animo insoddisfatte le ambiziose loro brame. In seguito, nelle contrarie opinioni circa il governo da preferirsi, la storia dei romani, da cui discendevano i veneti, fece tornar loro al pensiero, che i tribuni militari avevano governalo nel tempo della repubblica, e che i maestri dei militi avevano avuto primario posto nel tempo dell’impero. Ma poiché non piaceva, che il capo dello sialo assumesse il nome di tribuno, si deliberò di conferirgli quello di maestro de’ militi. Se ne limili) la dignità ed il potere alla durazione di un anno solo. Si decretò, che la sede e il centro del governo non più restasse in Eraclea, la quale, rosseggiante tuttora del sangue di un doge, non avrebbe forse tardato a versare anche quello del nuovo capo : la si trasferisse invece in Malamoc-co, ove, e per la maggior abbondanza del popolo e per la migliore sicurezza del porlo, avrebbe potuto più facilmente conservare Ira lulle le repubblicane popolazioni una civile concordia. Stabilito il titolo, il tempo, la potestà e la sede del novello capo della repubblica, si venne alla scella della persona, che se ne doveva investire. Fu eletto adunque nel 737 per primo maestro dei militi ; cui con un solo vocabolo, sull’ esempio del Filiasi (I), dirò (t) lom. V, pig. 241. VOL. I. 12