anno 976. 267 una barca c portati a ludibrio per tutta la ciltà, c in fine, aggiungendo all’ insulto 1’ infamia, furono gettati nel pubblico macello, ove lungamente rimasero insepolti. Di là poi li tolse il pietoso sacerdote Giovanni Gradonico, c li trasferì alla badia di sant’Ilario presso a Fusina, per dar loro sepoltura colà nel sepolcro della famiglia dei Candiani. Così terminò la vita il doge Pietro Candiano IV, dopo quasi diciotto anni di ducale governo ; punito doppiamente dal cielo per la doppia sua colpa : in sè , per la cospirazione contro il genitore; nel figliuolino, per lo nodo sacrilego, contratto in onta al legittimo connubio colla ripudiata Giovannicia. Parla di questo fatto anche san Pier Damiani, nella vita di san Romualdo, ed aggiunge, essere stalo un Pietro Orseolo quello clic suggerì il disperalo consiglio di appiccare il fuoco alle abitazioni contigue al palazzo. Dalla quale testimonianza taluno trasse occasione di confondere cotesto Pietro Orseolo con l’altro di simil nome e casato, che fu successore al Candiano nella dignità ducale e che poco dopo abdicò, si fece monaco e diventò santo. Ma ciò non può credersi, perchè l’autore della cronaca Sagornina, scrittore quasi contemporaneo, ci dipinge il doge Pietro Orseolo come raro esempio di virtù e di santità, sino dalla più tenera infanzia. Bensì moltissimi erano gli Orseoli od Ursioli, e molte n’ erano le famiglie : perciò sembra assai più probabile, che un altro di un tal casato, e che nominavasi Pietro, sia slato quello, di cui parla il Damiani. All’ orribile lutto della sanguinosa catastrofe si aggiunsero, a rendere più funesto 1’ orrore di quel giorno, i danni dell’ incendio, clic irreparabile si dislese, per la forza del venlo, sino alla chiesa di santa Maria Zobenigo, e raccolse tra gli spaventosi suoi vortici trecento case, che sorgevano in quell’ ampio trailo di ciltà. Tutta-Yolta la moglie illegittima dell’ ucciso Candiano potè salvarsi colla fuga ; e sembra, che i veneziani non abbiano voluto infierire contro di lei, per non entrare in contrasti politici colle potenti sue aderenze nelle corti straniere. I beni di Pietro Candiano IV furono confiscati ed attribuiti alla nazione.