anno 997. 301 Tulli quei legni coi loro equipaggi rimasero prigionieri del doge, il ipiale feceli tradurre a Tragurio, ossia Traù, ov’ egli con molta pompa ricevette gli omaggi e il giuramento del vescovo, del clero e del popolo. Si resero spontanee alla vista di tanto apparato militare le isole di Lunga, di Coronata, di Levigrad, di Belgrado ossia di Zara vecchia, ed altre molle, di cui è sparso quel mare. In Traù lù ossequiato 1’ Orseolo da Suringa, fratello del re Murcimiro : venne costui ad implorare assistenza e protezione contro il feroce fratello, che lo aveva espulso dal regno; e il doge gli e 1’ accordi) ricevendo in ostaggio un figliuolo di lui, nominalo Stefano. Non posso lasciare inosservata 1’ infedeltà del Laugier c del Darù nel raccontare questo incidente. Il primo di essi così ne scrisse (I): « Orseolo trovò in Traù il principe Suringa, ch’era stato » costretto a ritirarvisi, perchè suo fratello 1’ aveva scacciato dal » trono. Il doge ebbe ogni riguardo per questo principe esule, af-» fello di dargli molte speranze, e finse d’interessarsi per lui. Vo-» leva con ciò dare ombra a Mulcimiro per obbligarlo a cercare » la sua amicizia. Questa condotta gli riuscì a maraviglia, perchè » Mulcimiro gli fece grandi offerte di soccorso, quando volesse far » alleanza seco. Orseolo non si fece pregare se non quanto era ne-» cessario per rendersi padrone del trattato, ed ottenne da Mulci-» miro tutte le sicurezze possibili per la conservazione delle terre » nuovamente acquistate al dominio veneziano. Il matrimonio di » sua figlia conchiuso con Stefano figlio di Mulcimiro diede una » nuova forza a questo trattato.» E il Darù, compendiando o piuttosto mutilando, così ci narra (2) : « Mulcimiro, re della Croazia, » inquieto per 1’ appressarsi di Orseolo, mandò a chiederlo della » sua amistà e a proferirgli aiuli, e questo negozio terminò colle » nozze della figliuola del doge con Stefano figlio di Mulcimiro. » Ma lasciamo le favole; seguitiamo a narrare i fatti. L’armala proseguì verso Salona, eh’ era 1’ antica Spalalro : ivi similmente (i) Nel lib. IV (2) Nel lib. II, num. XXI.