anno 1094. 389 Anche lo siile dei Ire altari, clic si ammirano tuttora, costruiti in legno, sullo stile normanno, e che ci offrono santi, storie, figure ina-ravigliosissimc c degne di secolo migliore, ce la palesano grandiosa opera di quell’ età e della ricchezza dei veneziani di allora. Ma di assai più grande allegrezza riuscì in questo tempo alla citta nostra c a tutte le nostre isole il ritrovamento del corpo di san Marco, cui per molli anni, anzi per più di un secolo, deplorarono funestamente perduto. E poiché in quell’ età, com' io diceva testé, la devozione superstiziosa dei popoli spingevasi allo strano eccesso di rubare le reliquie c i corpi dei santi ; perciò anche i veneziani temettero, che cgual sorte avessero incontrato anche le sacre ossa del loro primario c veneratissimo protettore. Dal tempo dell’ uccisione di Pietro Candiano IV e dell' incendio della basilica, più non se n’ era saputo; perchè, sottratto allora dalle fiamme e collocalo occultamente in luogo appartato c recondito, se ne conservava con ogni riserva il secreto da tre o quattro delle primarie dignità, c religiosamente lo si comunicava al progressivo succedersi di queste. Perciò col tempo il secreto vennesi a perdere intieramente. Ciò diede occasione a molli discorsi tra il popolo, nell’ anno appunto, di cui parlo, eli’ era il 1094; e grande tristezza perciò occupava gli animi di tutti, perchè si credeva, generalmente, clic non lauto il secreto, ma la sante reliquie si fossero infelicemente perdute. Fu stabilito pertanto, che se ne facesse diligente ricerca. E primieramente fu intimato un digiuno generale di tre giorni, e poscia una solennissima processione, alla quale concorse il popolo numerosissimo da tulle le isole c le città dello stalo. Iddio esaudì le preghiere dei supplichevoli, e nel giono giugno dello stesso anno, alla presenza di un’affollatissinia moltitudine di popolo, caddero da una colonna alcune pietre, che lasciarono scoprire una cassa ; in essa era chiuso il sacro corpo, che si cercava. Ci attestano un tal fatto due cronache contemporanee ; la prima di Zeno abate del monastero di san INicolò del Lido, il quale tenne il governo di quella badia tra l’anno 1073 e al 1097 ; la seconda è di