68 LIBRO I, CAPO XI. » rifiutar l’imperio e a darlo ad un solo, è caso troppo difficile a » credersi, e mollo più difficile in effetto ad eseguirsi. Tanto più » strana sembra sì fatta mutazione se si rifletta, che nè dall’ occa-» sione, clic li mosse a creare il doge, poteva nascere, nè la pru-» denza dettarla e meno il proprio interesse li consigliasse. » So, che nella mente del volgo e di moltissimi, i quali vogliono far da politici, senza né conoscere nè intendere ciò di cui parlano, sono due incompatibili idee la repubblica democratica e 1’ esistenza della nobiltà. Al quale assurdo loro pensamento siano una decisiva risposta le parole dell’ immortale Vincenzo Gioberti ; il cui nome oggidì è venerato meritamente da tutla 1’ Europa ; le cui dottrine sono apprezzate a buon dritto da tutti i dotti ; la cui politica ha regolato in tutta l’Italia quella felice trasformazione, di cui tanto andiamo lieti e gloriosi. Or egli, nel suo Primato morale e civile degli Italiani, così parla della nobiltà e dell’ influenza di questa nella prosperità di uno stato. « Siccome chi ordina uno stato dee volgere, » per quanto è possibile, a comun profitto eziandio le frivolezze » degli uomini, il patriziato può esser utile anche nei paesi liberi, » come molla politica, e in ogni sorta di governo, come fonte di » civil virtù e di fatti magnanimi. È anche difficile il farne senza, » non pure nelle monarchie, ma nelle repubbliche ; perchè in lutti » i reggimenti popolari antichi e moderni e persino negli Stati » Uniti di America, vantati da certuni, come un modello di libertà » impareggiabile, il ricco sovrasta al povero e il potente al debole : » l’ignobile aristocrazia dell’oro vi signoreggia, e quella del sangue, » benché esclusa dalle leggi, vi è pregiata e invidiata alle nazioni, » che la posseggono. Ora io confesso, che quanto a me, se si deb-» bono aver dei signori, preferisco di gran lunga i ricchi e nobili » per nascita ai plebei titolati c arricchiti ; perchè questi, general-» mente parlando, hanno tutte le male parti di quelli a più gran » dovizia, senza possederne pur una delle buone. » La nobiltà adunque, per sentimento anche di questo sommo ingegno del nostro secolo, non è incompatibile coll’ idea di una ben regolata repubblica