490 LIBKO IV, CAPO XXT. e se ne osserva tuttavia traccia nel breve tratto, che sta dietro alla zecca, e continuava sino all’ altro dell’ odierno ponte dei ferali. Sulla testimonianza e della cronaca attribuita al Tiepolo e di varie altre, ci fa sapere il dotto nostro Zanolto (1), che lo Ziani « fabbri-» car fece intorno la piazza un portico ornato di colonne a modo di » teatro ; » e che il medesimo Ziani, se non fece demolire 1’ antica, certo ordinò la fabbrica della nuova chiesa di san Geminiano, la quale rimase in piedi sino agli anni primi del presente secolo. La chiesa era visitata ogni anno dal doge il dì degli apostoli e continuò ad esserlo sino agli ultimi tempi. Di questa visita assegnano gli storici posteriori differenti cagioni, cui poco importa ch’io ricordi. Chi ne volesse avere notizia consulti il Sansovino e lo Stringa. CAPO XXV. Lega dei veneziani col Barbarossa contro gli anconitani. Ma più solenni e strepitosi avvenimenti ci chiamano col pensiero fuori delle lagune. Ardeva allora accanita guerra tra la Chiesa e l’impero, e il feroce tedesco Federigo I, soprannominato il Barbarossa, perseguitava a morte il pontefice Alessandro III. Non racconterò, perche allo storico di Venezia non appartiene, le lunghe e dure vicende di questa guerra : racconterò quello soltanto, a cui prese parte la veneziana repubblica. Federigo, colla sua artifiziosa politica, aveva saputo trarre in inganno i veneziani, fingendosi in sulle prime non avverso al pontefice. E infatti, per lungo tempo egli aveva cercato di tenerlo a bada con messaggeri e ambasciale, introducendo seco lui trattati di pace, particolarmente nel 1170, quando Alessandro si trovava profugo per la Campagna di Roma ed aveva la sua residenza in Anagni. L’esercito imperiale moveva sopra Ancona, unico nido di sicurezza, ch’era rimasto all’imperalorc dei greci, sulle coste dell’Adriatico. La guerra (i) Venezia in miniatura ecc. ove tratta della Piazza di s. Marco, Venezia i&47-