anno 1006—1008. 335 Morì Pietro Orseolo 11 nell’anno 1008, dopo diciassette e mezzo di ducale governo, lasciando presso i veneziani, egualmente che presso gli stranieri, onorata memoria di se : principe degno d’ ogni encomio, degno del nome di Grande : perchè fu tale in pace e in guerra, in faccia a tutta l’Europa ed all’Asia, e in terra e in mare. Chiuderò gli avvenimenti de’ giorni suoi coll’ accennare e non più; perciocché restano abbastanza confutate da quanto ho detto fin qui ; le parole, con cui il Laugier e il I)arù ne raggrupparono tutto il racconto. 11 primo : « Senti vicino il suo fine, • ed affrettossi a fare il suo testamento, nel quale diede nuovi » attestali del suo generoso patriolismo, dividendo i suoi beni in » modo, che Ottone ne avesse la terza parie, un’ allra terza parte » fu lasciata a sollievo de’poveri e riparazione delle chiese, e la • rimanente fu disposta per somministrare alla spesa degli spet- • tacoli e feste pubbliche. » 11 secondo : * Quasi egli fosse tuttavia • debitore verso la patria, legò i due terzi de’suoi beni pe’bisogni • dello stato, e di un solo terzo lasciò eredi i tre figliuoli. 11 mag-» giore gli succedette nel 1006. • Almeno, ncH’affastellare anacronismi e menzogne, fossero andati d’accordo tra loro questi due francesi storici di Venezia. CAP O IX. Ottone Orseolo succede al padre: guerra contro gli adriesi. L’ affetto e la stima, che i veneziani nutrivano meritamente verso il glorioso loro doge Pietro Orseolo 11, non dovevano estinguersi colla morte di lui : eglino anzi un novello attestalo ne dovevano dare, onorandone la memoria nel figlio, che solo era rimasto al governo della nazione. Ottone adunque successe al padre nella ducale dignità. Nè già vi fu acclamato da tutte le voci, come sognò il Laugier, ned ebbe bisogno, che il nome dell’Orseolo concorresse a conciliargli il comun voto, come disse 1’ inesalto Darù : egli non aveva bisogno né di acclamazioni, nè di voti per diventar doge,