anno 1080. 371 » vedevansi tanto piene di gente, che il nome di popolose si meri-» tavano, e eh’ erano inoltre piene di ricchezze. » Roberto al veder giungere la flotta veneziana, formò sull’ istante il progetto di tentare se mai gli fosse possibile di guadagnarsela coi maneggi e cogli artifizii. Inviolle incontro pertanto il suo figliuo- lo Boemondo, scortato da molti legni ; il quale domandò un abboccamento coi capitani di essa, che tosto gli fu concesso. Espose quindi il giovine principe, avere il padre suo assunto a patrocinare la causa dell’ espulso imperatore Michiele, a line di ristabilirlo sul trono d’ Oriente ; essere sacrosanto il dritto di lui, perche riconosciuto dallo stesso gerarca supremo della Chiesa; invitare perciò la saviezza e l’equità della veneziana milizia ad essergli alleala nell’ impresa ed a cooperare colle solite acclamazioni al riacquisto della sua legittima sovranità. Mal soffrì queste insidiose proposte la leafìlà veneziana, e ponendo mente alla soverchia placidezza del mare e dei venti, per cui le loro navi se ne stavano immobili, presero tempo a pensarvi, e ne promisero all’ indomani la risposta. Ma lostochè Boemondo si fu allontanato, fecero remurchiare dalle inferiori navi le più grosse, finche poterono meglio insinuarsi nell’ interno di quella baia. Ivi le disposero in una curva assai vasta, nel cui giro al di dietro collocarono le inferiori. Ciò fatto, con una prestezza maravigliosa, tolsero da ognuna le vele e formarono con travi e con assi, intorno agli alberi dei navigli maggiori, come altrettante torri : nello spazio intermedio di queste attaccarono, sospesi in alto e raccomandati a catene ed a grosse funi, tutti quanti i loro palischermi; entro di essi e sull’allo delle torri collocarono frombolieri ed arcieri, ben provveduti di dardi straordinarii e particolari sì di forma che di misura. Erano lunghi non più di un cubito; armati di lunghissima ed acutissima punta di ferro: muniti di chiodi all’ intorno del manico, eh’ era grossissimo. Sulle torri adattarono macchine da vibrare di su in giù una trave ferrata e appuntita, la quale, violentemente scagliata addosso alle navi nemiche, le forava, le rompeva, le fracassava. Sembra, che questa macchina,