anno 827. 149 • principali della Repubblica e li dogi stessi sono denominati fedeli » del santo Romano Imperio. Si vedono preghiere ordinate per la » salute di Leone Armeno, eh’ era morto scomunicalo dai papi per » la sua ostinazione nell’ eresia degl’ Iconoclasti. Può meglio carat- • terizzarsi la sommessione della Repubblica a questo Imperato- • re ? » Io sono d’ avviso, che il buon francese ¡storiografo abbia voluto manifestarci con queste parole un suo sogno, anziché ragionare sul recato diploma. Chi dice infatti a lui primieramente, che nel seno della repubblica fosse stabilita una camera imperiale ? Egli dice di vederla ; ma nessuno storico mai ne parlò. Dove sono inoltre in quel diploma i vantati ordini, cui eg*i vede, dati dagl’ imperatori di Oriente al capo della veneziana repubblica ? Il doge qui non altro attesta, se non che 1’ imperatore comandò, che fosse dato a lui oro e argento ; e questo della propria Camera imperiale, ossia del suo proprio erario particolare, al quale soltanto potevasi aggiungere la qualificazione di proprio ; non mai se si fosse tratto quel denaro dalla camera imperiale dello stato. Qual maraviglia adunque, che un sovrano comandi, che dalla propria sua cassa si dia denaro ad un altro sovrano, perchè nello stalo di questo si fabbrichino una chiesa e un monastero? Puossi mai vedere in ciò un esercizio della padronanza del primo sopra il secondo, o perchè a questo ne commette 1’ esecuzione, o perché nello stato di questo vuole compiuto il religioso suo incarico ? Nell' averne commesso 1’ esecuzione direttamente al doge, mi sembra di vedere in Leone una diffidenza verso qualunque altra persona, a cui ne avesse per avventura affidalo 1’ incarico, mentre di Giustiniano non aveva luogo a sospettare o di ritardo o di non curanza ; tanto più che la pietà c la generosità di questo doge verso i sacri luoghi erano notissime e luminose. Né l’aver voluto Leone, che il tempio e il monastero di santo Zaccaria si fabbricassero in Venezia, potrà giammai essere argomento, eh’ egli vi avesse diritto di padronanza : quanti e sovrani e privati non fabbricarono e chiese e monasteri in luoghi di altrui dominio ? A chi conosce alquanto gli ecclesiastici annali, non ponno riuscire ignote