318 LIBRO III, CAPO IV. ferraio: non poteva certamente nn fabbro-ferraio nè scrivere cosi bene in latino, ned essere così bene informato delle cose, particolarmente di quella venuta dell’ imperatore a Rialto, da lui narrata con tutte le minime circostanze. CAPO IV. Giovanni figlio del doge, associato a lui nel dogato. . Altri avvenimenti di minore importanza, ma onorevoli al doge Orseolo, ricorda il Sagomino dopo la descrittaci venuta dell’imperatore a Venezia. Tra questi accennerò la controversia degli abitatori di Capodargine con quelli di Loreo. lfo narrato alla sua volta, che nel blocco posto alle lagune dai traditori, che s’ erano dati al-l’imperatore Ottone II, il castello di Cavarzere, in premio della sua somminone a quel sovrano, aveva ottenuto il possesso di Loreo e di tutto il territorio compreso tra Fossone e Carbonaria, che apparteneva prima a Loreo. Ho anche narrato, che Ottone III aveva restituito e Cavarzere e Loreo alla consociazione veneziana. Perciò l’uno e l’altro di questi castelli dovevano rientrare al possesso delle loro primitive appartenenze. Tullavolta quelli di Cavarzere ricusarono di restituire a Loreo il suindicato territorio, ed adducevano in testimonio della loro proprietà il diploma di Ottone II, da cui lo avevano ricevuto. Quelli di Loreo ricorsero perciò al doge ad implorare giustizia; ed egli ne assunse la difesa, rimproverando severamente la temerità di coloro di Cavarzere, i quali non si vergognavano di portare in mezzo un documento, che rinfacciava loro l’antica infedeltà. Minacciolli anche di un severo castigo, se avessero insistito nella loro pretesa ; il perchè, intimoriti, non solamente si ritirarono, ma anche sottoscrissero un trattato, col quale confessarono la propria reità, e dichiararousi meritevoli di severa punizione, e chiedevano supplichevolmente perdono. E questo trattato esiste inserito tra gli altri documenti del codice diplomatico Tre-visaneo.