anno 960. 257 cui Pietro aveva montato il trono ducale; ed un Mirico figlio di En-cinapo Tribuno, uomo ambizioso, aveva ottenuto con pratiche simoniache di essere sostituito al defunto Domenico. Ma il doge, tostoché venne a sapere l’intrigo, e lo scacciò dalla sede, e indusse il popolo ad acciecarlo. E in luogo di lui fece eleggere vescovo di Torcello un Giovanni, figlio di Pietro ÌVurio, tribuno del vico di Murano : e cosi restimi a quella chiesa la pace e la legittima successione dei suoi pastori. C A P O XL. Concilio nazionule in Ridilo, circa il traffico degli schiavi. Ho avuto più volle occasione di commemorare le leggi emanate contro l’abuso, che tuttavia non cessava, del traffico vergognoso di uomini c di donne, particolarmente cristiani. Per porvi un nuovo argine, risolse il doge di radunare in llialto un consiglio di vescovi e di dottori ecclesiastici, affinchè colla civile si unisse anche la ecclesiastica potestà ad impedire e condannare il progresso di un disordine tanto enorme. Il concilio fu radunato nell’anno 960, nella chiesa ducale di san Marco. Ce ne conservò gli atti il codice Trevisaneo (1). V’erano presenti il doge Pietro Candiano IV, il patriarca Buono di Grado, i vescovi di Olivolo, di Malamocco, di Equilio, di Torcello, di Eraclea e di Caorle, gli abati dei varii monasteri delle lagune, il clero, i nobili, i tribuni ed il popolo. In questa solenne radunanza fu decretalo : » I, che chiunque avesse condotto altrui in ¡schiavitù, egli sarebbe stalo posto in catene. II, che a nessuno sia lecito il comperare schiavi per venderli e farne commercio ; e perciò chiunque avesse noleggialo il proprio (i) Nella pag. 56 c scg VOL. I. 53