unito 11, capo xxxix. CAPO XXXIX. Elezione del doge Pietro Candiano IP. Morto adunque il doge Pietro Candiano III, si radunò l’assemblea generale per eleggere il successore. Una delle più singolari stranezze della popolare volubilità fu il risultato di questa radunanza. Perchè; dimenticali affatto i delitti di Pietro Candiano IV, e calpestato il giuramento, che l’assemblea stessa aveva pronunziato contro di lui, pochi mesi avanti; egli fu acclamato doge da tutti: e inoltre fu allestita una flotta di trecento navigli, per andare a riceverlo e condurlo trionfalmente in Rialto. E veramente il suo ingresso, se fu un trionfo da un lato, fu uno scandalo vergognoso dall’altro, che mostrò come gli uomini nella violenza delle grandi passioni siano per lo più in contraddizione con sè medesimi. Chi avrebbe potuto infatti presagire giammai, che i veneziani con sot-t’ occhio freschissima la memoria del tradimento tentato da Pietro IV contro il doge suo padre; con lo stretto legamedi un solenne giuramento di non riceverlo mai più nelle lagune, e molto meno poi di proporlo a loro capo; con la rimembranza dell’insulto fatto alle navi nazionali, assalite da corsaro e predate, s’inducessero cosi presto a farlo sedere sul trono ducale della loro repubblica ? Convien dire o che quelli del suo partito fossero diventati i più forti, o che si preferisse di averlo amico, eleggendolo a proprio capo,piuttostochè soffrirlo vendicatore, lasciandolo nell’esilio. Checche ne sia, egli seppe mostrarsi per qualche tempo riconoscente ai veneziani, i quali di un tanto onore avevanlo favorito. Appena salito alla dignità di doge, si diè premura a porre efficace rimedio a qualche disordine, cui la generale rilassatezza della ecclesiastica disciplina di quell’età aveva introdotto anche nelle nostre lagune. Ho detto, che un suo fratello, nominato Domenico, era vescovo di Torcello. Questi era morto nell’anno stesso, in